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Proprietà del colore!

Tutti abbiamo, almeno una volta, sentito parlare dei colori come fonte di benessere,delle loro proprietà. Questa medicina alternativa è comunemente chiamata CROMOTERAPIA.

Le origini della cromoterapia, per curare gli stati psicofisici, si devono agli egizi e più tardi ai greci. Essi infatti  usavano minerali, pietre, cristalli e unguenti colorati per la loro guarigione.

Attualmente  ogni colore viene associato a particolari caratteristiche psichiche e spirituali di ogni individuo, e vengono associate  specifiche proprietà:

Il rosso :ha doppio significato , è sia positivo che negativo. Da un lato è il colore dell'amore, dall'altro è il colore del fuoco, e quindi può rappresentare il calore, l'energia e la luce o anche la gioia, la festa,il sangue e le passioni violente.  Questo colore viene associato alla forza, alla salute e alla vitalità.

Il blu :è un colore che calma e rinfresca ed è un colore che ci modera e che fa dimenticare i problemi.

L' arancione : ha azione sulle nostre prestazioni  fisiche e mentali ed ha un grosso effetto di fusione verso gli altri  e di ripartizione della nostra energia, induce quindi  serenità, allegria, voglia di vivere, ottimismo, positività.

Il verdeè il colore dell'equilibrio , raffigura la speranza, e la pace . È un colore neutro, rilassante, favorisce la ponderazione, la calma, l' impegno.

Il giallo :viene attribuito alla parte sinistra del nostro cervello, è ritenuto un colore di sostegno ed efficacia, in aiuto a chi è poco pragmatico, associato alla felicità, alla saggezza e alla immaginazione, è per il buon umore.

Il consiglio quindi è di usare questi colori per tutti i nostri momenti, da associare ad i nostri stati d'animo, da provare con i nostri vestiti, e perché no ridipingendo le nostre pareti di casa.

Ufficio Stampa
Farma e Benessere

Dott. Marco Barone - Farmacista - Marketing Manager


Parole Chiave: benessere, prevenzione, azienda, marketing, consiglio, farmacia, medicina

Alcol e Giovani

L'alcol rappresenta in Europa il secondo fattore di rischio di malattia e morte prematura dopo il tabacco.

La Commissione Europea stima che 55 milioni di adulti consumino in Europa alcolici secondo modalità a rischio e che 23 di questi siano alcol dipendenti. In Italia sono 9 milioni i consumatori a rischio di cui oltre 1 milioni giovani dagli 11 ai 24 anni e oltre 3 milioni di ultra65enni. Quattro milioni di italiani bevono ogni anno almeno una volta per ubriacarsi.
Si stima che in Italia siano oltre 1 milione gli alcolisti di cui solo 68.000 gli alcoldipendenti in carico ai servizi; l’1% ha un età inferiore ai 19 anni.

L’alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con la capacità di indurre dipendenza. Al contrario di quanto si ritiene comunemente, l’alcol non è un nutriente e il suo consumo non è utile all’organismo o alle sue funzioni. Causa invece danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale, e in particolare alle cellule del cervello.

L’alcol è assorbito per il 2% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino. L’alcol assorbito passa quindi nel sangue e dal sangue al fegato, che ha il compito di distruggerlo tramite un enzima chiamato alcol-deidrogenasi. Soltanto quando il fegato ha assolto del tutto a questa funzione la concentrazione dell’alcol nel sangue risulta azzerata. 
Il processo di smaltimento richiede tuttavia un tempo legato alle condizioni fisiologiche individuali: in media, la velocità con cui il fegato rimuove l’alcol dal sangue è infatti di circa mezzo bicchiere di bevanda alcolica all’ora.

Questo sistema di smaltimento dell’alcol non è uguale in tutte le persone: varia in funzione del sesso, dell’età, dell’etnia e di caratteristiche personali; non è completamente efficiente prima dei 21 anni ed è inefficiente sino ai 16 anni. Dopo i 65 anni si perde gradualmente la capacità di smaltire l’alcol e, nel sesso femminile, è sempre la metà, a tutte le età, rispetto alle capacità maschili; per questa ragione alcune persone sono più vulnerabili agli effetti dell’alcol.

I danni dell’alcol

Il consumo di bevande alcoliche è responsabile o aumenta il rischio dell’insorgenza di numerose patologie: cirrosi epatica, pancreatite, tumori maligni e benigni (per esempio quello del seno), epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia, depressione.

L’alcol è inoltre responsabile di molti danni indiretti (i cosiddetti danni alcol-correlati), dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta, come nel caso dei comportamenti sessuali a rischio, degli infortuni sul lavoro e degli episodi di violenza.

Un capitolo a parte meritano gli incidenti stradali provocati dalla guida in stato d’ebbrezza che hanno un peso preponderante nella mortalità giovanile. Si stima che in Europa è attribuibile all’uso dannoso di alcol il 25% dei decessi tra i ragazzi di 15-29 e il 10% dei decessi tra le ragazze di pari età.

Cosa si guadagna con il consumo moderato

Ridurre il consumo di alcol, o smettere completamente di bere, produce sempre benefici sullo stato di salute in qualunque momento della vita. Alcuni danni prodotti dall’alcol sono completamente reversibili se affrontati tempestivamente.

Per consumo moderato di alcol si intende una quantità inferiore ad un bicchiere di bevanda alcolica al giorno, pari in media a non più di 10 grammi di alcol. I possibili vantaggi del consumo così inteso sono riferibili ad una riduzione del rischio di mortalità cardio-coronarica, di diabete di tipo II e di calcolosi della colecisti; non sono vantaggi registrabili per tutti e di solito riferibili a soggetti di sesso maschile di età superiore ai 65 anni. Non esiste consenso scientifico e non sono verificati i vantaggi del bere moderato per le donne e per i giovani.

L’esposizione protratta a quantità superiori a quelle definite moderate e qualunque fenomeno di eccesso pur sporadico annullano di fatto eventuali possibili vantaggi; in molti casi, la riduzione o la cessazione del consumo di alcol sono associate a un rapido miglioramento delle condizioni fisiche e anche a una riduzione del rischio di mortalità prematura. Al netto degli effetti positivi e negativi gli svantaggi del bere prevalgono comunque sempre sui vantaggi per cui attuare scelte informate assume il significato di attenta valutazione dei contesti e delle situazioni in cui avviene il consumo.

"Le informazioni pubblicate non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico"

Fonte: Ministero della Salute