“Ripensare la Salute” a cura della dott.ssa Enza Avallone


In qualsiasi momento del ciclo di vita siamo chiamati ad affrontare sfide e richieste,  questo a prescindere dalla condizione di partenza che ci differenzia dagli altri. 

Che si tratti di un fisiologico momento di cambiamento come può essere l’adolescenza o il diventare genitore o situazioni di svantaggio economico, di malattia organica,  di ansia o depressione, di isolamento, di un periodo di stallo, di immobilità, la domanda è sempre la stessa : "Ce la farò?"
La risposta è una spinta al cambiamento e richiede un nuovo atteggiamento: positivo, efficace, flessibile e che vada  verso la promozione della salute.
Questo concetto non prevede semplicemente l'assenza di malattia ma, come ci indica anche l'OMS, la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, dunque  la riflessione ricade inevitabilmente  sull'importanza dei legami esistenti tra le singole parti che compongono quel tutto che è la nostra vita. Ad esempio, possiamo veramente affermare di stare bene se non abbiamo alcun contatto amicale significativo? Se non abbiamo un appagamento professionale che ci renda autonomi, indipendenti e ci risarcisca di tutti gli sforzi e  i sacrifici fatti?  Possiamo dire di essere completamente in salute se l'ansia o la depressione influenzano le nostre capacità pur essendo in una condizione di abilità fisica totale?
Tutti questi interrogativi richiamano ad un obiettivo finale di salute il cui punto di partenza siamo sempre noi! Avere consapevolezza di sé stessi significa saper identificare i propri bisogni, desideri, emozioni, i propri punti di forza e le aree deboli, il proprio modo di reagire di fronte alle situazioni, le proprie preferenze. 
La consapevolezza è direttamente collegata al concetto di autostima, a quanto pensiamo di valere, alla considerazione che abbiamo di noi, al voto che ci diamo, un voto che influisce sempre sul modo in cui stiamo nei vari contesti del nostro quotidiano e su come ci rapportiamo con le persone, come ci collochiamo rispetto all'altro. Un buon metro di giudizio sulla qualità della nostra salute ha a che vedere proprio con il rapporto con l’altro e sulla capacità di costruire relazioni efficaci, cioè relazioni in cui possiamo affermare noi stessi, dichiarare liberamente bisogni e opinioni nel rispetto dell'altro, senza essere prevaricanti o sottomessi. Relazionarsi in maniera efficace vuol dire mantenere relazioni importanti, ma anche essere in grado di interrompere quelle inadeguate, vuol dire essere consapevoli dell'autenticità dei legami e ci permette di raggiungere una migliore salute sociale. In questo dialogo con l'altro gioca un ruolo importante  l’empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni degli altri, di riconoscerne e condividerne le emozioni. Utilizzare l’empatia significa comprendere come si sente l’altra persona. Alla base di una buona empatia vi è l'ascolto attivo ed interessato.


Sviluppare la propria empatia ci permette di avere buone relazioni con gli altri, anche con chi è molto diverso da noi, non solo come etnia o paese di provenienza, ma anche semplicemente come storia personale e vissuto.
Dunque in quelle condizioni di inabilità permanente o temporanea, di malattia cronica o in tutte quelle situazioni in cui qualsiasi possibilità di ritornare alla condizione di salute iniziale sembra inattuabile, è il concetto stesso di salute che va rimodulato e ripensato. Avere una buona consapevolezza delle proprie capacità e sviluppare relazioni e nuovi interessi in base a queste, essere abili nel trovare alternative, essere flessibili e curiosi, riuscire a gestire le emozioni senza che queste ci travolgano, avvicinarsi all’altro ma senza dipenderne, sono tasselli che compongono e definiscono il concetto di benessere e salute. Un cambiamento di prospettiva è anche un cambiamento in noi stessi.
Dott.ssa Enza Avallone
Psicologa


Violenza sulle donne. La denuncia degli organi di stampa!

Il numero dei delitti a sfondo sessuale contro le donne è sconvolgente


Secondo i dati Istat del 2018 il 35 per cento delle donne nel mondo ha subito violenza fisica o sessuale. 

Nello stesso anno in Italia questa sorte è toccata a quasi sette milioni di donne. 

Questi casi oggi vengono sempre più spesso, denunciati. Se ne occupano la stampa, la televisione, le istituzioni. Ma non sempre è stato così. Basti pensare che in Italia, leggi come il delitto d’onore e il matrimonio riparatore sono state abrogate dal Parlamento solo nel 1981. E che una vera e propria legge sulla violenza sessuale è stata approvata in Italia sono nel 1996. Quello della violenza è un problema molto antico, che tocca le donne di tutto mondo. Una questione che solo in tempi relativamente recenti ha ricevuto una crescente attenzione tanto da parte dei mezzi di comunicazione quanto sul piano delle istituzioni internazionali.




Congresso QUANTUM ITALIA: 2-3 marzo a Cava de' Tirreni

Nella prossima settimana a Cava de’ Tirreni avrà luogo presso la Mediateca Marte un incontro multidisciplinare ed internazionale sui temi della disabilità e dell’autismo.

Il convegno, organizzato dalla COME collaboration, avrà come focus il trattamento osteopatico e altri approcci nei casi di disabilità con un focus sull’autismo.


È una occasione che permetterà alla nostra cittadina di ospitare personaggi di chiara fama come il Dott. Castagnini (Medico Neurologo, Direttore e Docente del Corso di Formazione Diagnosi e Terapia “Disturbi dello Sviluppo Neuropsicomotorio del bambino” suddiviso in 4 sezioni, dal livello base al livello avanzato) o il Dott. Parisi (Neurofisiopatologo, Esperto di riabilitazione neuromotoria e epilessie, nonché Presidente e responsabile legale del “Centro Studi e Ricerche in Neuroscienze dello Sviluppo - Carl and Janice Delacato”), con parentesi relative ad approcci differenti, quali la musicoterapia o le nuove tecnologie al servizio della riabilitazione (behaviour lab).

Il giorno 3 marzo il convegno apre le porte alle famiglie per potersi confrontare con alcuni dei professionisti per la creazioni di relazioni che possano portare alla realizzazione di lavori multidisciplinari sul territorio.

La Come collaboration, onlus promotrice dell’evento, crede che l'efficacia del miglioramento dei sistemi sanitari sia basato sulla multi-disciplinarietà ed equità delle collaborazioni che si instaurano tra ricercatori, clinici, pazienti e partner.

I progetti di COME sono unici poiché i team sono dinamici ed elastici. I professionisti collaborano fra loro in una dimensione multidisciplinare ed interdisciplinare per il perseguimento di uno scopo comune: il raggiungimento del benessere della persona nella sua complessità bio-psico-sociale superando in questo modo una concezione legata alla mera valutazione degli aspetti clinici.

Il metodo COME produce effetti sia per i clinici, i quali possono approfondire le proprie conoscenze per migliorare l’approccio alla cura del paziente sia per questi ultimi destinatari di tali informazioni, agevolando nel complesso il processo di scelta delle cure.

Il clima di apertura verso il confronto è necessario per poter offrire a tutti i pazienti un approccio completo, personalizzato e quindi più efficace.

Vi aspettiamo Sabato pomeriggio.

Dott. Marco Barone
Associazione "Farma e Benessere"

Medicina rigenerativa: utilizzo di presidi biologici per il trattamento di lesioni osteoarticolari


L’artrosi è una delle principali patologie che colpisce le articolazioni causando la degenerazione del tessuto cartilagineo. Molto spesso questa patologia colpisce soggetti giovani che oltre all’utilizzo di antinfiammatori per brevi periodi sono costretti a ricorrere alla chirurgia protesica. Ad oggi sono stati fatti molti passi avanti nell’evoluzione delle tecniche chirurgiche.


In Italia grazie alle recenti ricerche, sono stati compiuti grandi passi in avanti nel campo della rigenerazione dei tessuti

La cartilagine può crescere e rigenerare le articolazioni senza dover utilizzare protesi metalliche. I pazienti che subiscono una lesione articolare o #lesionicartilaginee traggono significativi benefici dalle moderne tecniche. 
Con un intervento biologico-rigenerativo possono curarsi e posticipare di molti anni (o addirittura evitare) l’impianto di una protesi metallica.
vantaggi di questa tecnica sono molteplici in particolar modo nei soggetti giovani, infatti la classica chirurgia protesica utilizza strutture in metallo che devono essere sostituite nel tempo (15-20 anni) e quando avviene in età avanzata, il re-intervento coporta alti rischi, sia per l’operazione che per la protesi da revisione.

Al contrario l’impiego di un presidio biologico nella lesione e di uno scaffold, composto da nanostrutture complesse, stimola la rigenerazione della cartilagine. In questo modo il tessuto viene rigenerato e la lesione guarisce naturalmente. Dopo l’intervento occorre chiaramente intraprendere un’idonea riabilitazione finalizzato alla rieducazione articolare.
Nel video inserito, tratto dalla trasmissione "E se domani" troverete maggiori informazioni relative a questa a questa tecnica chirurgica e la testimonianza di una paziente che ha solo in questo modo risolto il suo problema.


Dott. Marco Barone 
Associazione "Farma e Benessere"