“Cucina e Benessere”: Rubrica a cura della Dott.ssa Giada Carleo


Stiamo per lasciarci l'inverno alle spalle, e possiamo iniziare a lanciare uno sguardo alla primavera che, con le sue belle giornate, ci permette di trascorrere più tempo all'aria aperta. Richiamando un pò alla memoria di quella che era un Italia contadina, senza allontanarsi troppo dalle nostre città, è possibile “andar per campi” ed imbattersi in prati e sentieri ricchi di erbe selvatiche commestibili! 

Raccogliere e consumare le erbe di campo può essere una buona abitudine sia per il nostro benessere mentale che per aiutare il nostro fisico. Ogni organo infatti, affronta le diverse stagioni dell’anno con minore o maggiore stress, è importante quindi liberare fegato, reni, colon ed intestino dai depositi di tossine ed in questo le erbe di campo ci possono aiutare grazie alle loro notevoli proprietà detox. Le erbe che possiamo raccogliere in questo periodo dell'anno sono davvero numerose: crescione, borragine, ortica, cicoria selvatica, piantaggine, finocchio selvatico, silene ecc; aiutandosi con un erbario sono di facile riconoscimento, anche se prima di raccoglierle è sempre bene essere sicuri ed evitare di incorrere in confusione con piante che invece possono essere tossiche.




Tra le mie preferite c’è il tarassaco, che è particolarmente ricco di ferro, e dona un piacevole gusto amarostico alle insalate, l’ortica ricca di vitamina C, che uso sia per il risotto che per la pasta ripiena, la borragine, le cui foglie grandi sono buonissime da fare impanate e fritte, la cicoria, il cui decotto ha innumerevoli proprietà soprattutto sulla funzionalità epatica e pancreatica. Se avete raccolto un misto di erbe lo potete utilizzare in tanti modi: crude per arricchire le insalate, oppure lessate velocemente e condite con olio e limone, o saltate in padella ed arricchite con pinoli, uvetta e acciughe, oppure usate per buonissime frittate, anche con patate e cipolle, o tritate grossolanamente ed aggiunte poco prima di mantecare di un buon risotto, oppure lessate e sminuzzate per fare il ripieno della pasta. 

Io ormai sono diventata molto brava nel riconoscimento botanico e quindi le erbe sono spesso presenti sulla mia tavola, permettendo di dare un tocco di fantasia ma soprattutto rendendo i miei piatti più semplici e salutari.

Ho voluto dedicare questo breve articolo all’importanza delle erbe perché, rispetto a quando ero bambina ed in primavera andavo con mio nonno a passeggiare, imparando e osservando la natura, noto che tante nozioni ed informazioni, che prima venivano trasmesse automaticamente mescolate a storie, tradizioni e leggende, ora sono andate perdute a distanza di meno di due generazioni!

Raccogliere e consumare erbe spontanee ci allontanerà per un attimo dal ruolo di “consumatori moderni”, che ci porta ad utilizzare ormai sempre di più solo quello che troviamo sugli scaffali dei negozi, e ci permette di usare ciò che di più sano e genuino la natura ci mette a disposizione ed a portata di mano.





La “Rabbia” parere dello psicologo


La psicologia ha dimostrato che la rabbia nasce come reazione alla frustrazione in quanto è un'emozione secondaria rispetto alla frustrazione e quest’ultima sappiamo nasce dal dolore, nasce dal mancato soddisfacimento di un nostro desiderio, ovvero, nasce da una impossibilità di raggiungere il piacere.

La rabbia, quindi, nasce dalla frustrazione ma maschera il dolore. Il dolore, nel nostro immaginario, ci rende deboli, la rabbia ci fa apparire forti, minacciosi, invulnerabili.


Pur rappresentandone i denominatori comuni, la costrizione e la frustrazione non costituiscono in sé le condizioni sufficienti e neppure necessarie perché si origini il sentimento della rabbia. La relazione causale che lega la frustrazione alla rabbia non è affatto semplice. Altri fattori sembrano infatti implicati affinché origini l’emozione della rabbia.

La responsabilità e la consapevolezza che si attribuisce alla persona che induce frustrazione o costrizione sembrano essere altri importanti fattori.

Ci si arrabbia quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazione di un nostro bisogno, soprattutto quando viene percepita l’intenzionalità di ostacolare l’appagamento.

Chi ci fa arrabbiare ci domina, è difficile da ammettere ma è quasi sempre così: chi ci fa arrabbiare esercita un controllo delle nostre emozioni. Perdere la pazienza significa perdere la battaglia.
La rabbia se da un lato è una delle emozioni più diffuse, dall’altra è uno dei campanelli d’allarme che ci dovrebbe far capire che ci stanno dominando, in quanto chi ci fa arrabbiare è colui che in qualche modo, contro la nostra volontà, genera emozioni tossiche, negative.

l problema della rabbia, soprattutto quella legata a questioni emotive, di sentimenti, è che si tende a percepire la propria personalità, identificandola con la considerazione che gli altri hanno di noi (ego).
In pratica ci si fa condizionare dalle parole degli altri, inconsciamente è come se, nel momento in cui si riceve un’offesa, questa metta in discussione tutto ciò che si è e dunque ci si arrabbia.

La psicoterapia è uno dei metodi maggiormente utilizzati per imparare a gestire la rabbia.

Dott.ssa Fabiola Esposito


Test diagnostico per la prevenzione delle Malattie Cardiovascolari


La proteina Lp-PLA2 è un marker specifico ed indipendente rispetto ai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare e fornisce preziose informazioni, perché viene prodotta nelle placche arteriose stesse.

E’ un test specifico per le infiammazioni vascolari, a differenza degli altri marker infiammatori che misurano l’infiammazione sistemica, come ad esempio la hs-PCR.
I fattori di rischio classici, ovvero livelli ematici di colesterolo totale, LDL e HDL, ipertensione, fumo e sedentarietà, seppur ancora validissimi, non riescono ad individuare tutti i pazienti a rischio, né tantomeno possono predire con esattezza il livello di rischio nel singolo individuo di sviluppare un evento cardiocircolatorio.
Questo test può essere utilizzato come strumento di monitoraggio, in particolare in pazienti con un moderato / alto rischio di eventi cardiovascolari, ed inoltre fornisce informazioni aggiuntive su come trattare e monitorare il paziente soprattutto nella personalizzazione del trattamento farmacologico.
In particolare può essere utile per chi abbia la presenza di due o più fattori di rischio tradizionali, come familiarità, ipertensione, diabete, sindrome metabolica e malattie renali croniche, anche se il profilo lipidico risulta normale.
Un semplice esame del sangue può aiutarti a diagnosticare il rischio di eventi cardiovascolari o aterosclerotici.
Analisi Cliniche Minerva