Allergie primaverili e rinite allergica

"La rinite allergica è un processo patologico in cui si verifica un’infiammazione della mucosa nasale provocata dall'esposizione a una sostanza nei cui confronti si è sviluppata una sensibilizzazione"

La causa della rinite è da legarsi ad un’alterata reattività del sistema immunitario dell’organismo.


Quest’ultimo ha lo scopo di difenderci dall'aggressione da parte degli agenti esterni come virus e batteri, compito che svolge grazie alla produzione di anticorpi e all'azione di particolari cellule.

Nei soggetti allergici si verifica una maggior produzione di un particolare tipo di anticorpi, le IgE, che riconoscono come “aggressori” sostanze assolutamente innocue (che cioè nelle persone non allergiche non determinano alcuna reazione).

Parliamo di Rinite Allergica

La rinite allergica si manifesta quando l’organismo entra in contatto con pollini, peli e forfore di animali o gli acari della polvere, detti anche allergeni. Nell'arco di pochi minuti dall'avvenuto contatto con l’allergene si verifica una reazione (fase immediata), cui segue una fase tardiva, infiammatoria, che si verifica alcune ore (4-8) dopo l’esposizione allo stimolo.

Queste reazioni sono dovute all'effetto di particolari sostanze (mediatori) che vengono liberate da cellule presenti nella mucosa nasale in seguito al contatto con l’allergene; la principale e più nota di queste è senza dubbio l’istamina che rappresenta il principale responsabile della comparsa dei sintomi della rinite allergica.

Il principale fattore di rischio consiste nell’appartenere a una famiglia di allergici(ereditarietà).

La percentuale di persone che soffrono di rinite allergica varia in relazione alle diverse popolazioni.
Si calcola che la malattia colpisca fra il 5 e il 35% della popolazione (con picchi di poco inferiori al 50% in Africa) con una prevalenza, cioè un numero di nuovi casi, fra l’1 e il 40% nella rinite con manifestazioni stagionali e fra l’1 e il 18% nella rinite perenne. E si tratta di cifre in costante aumento, tanto che si stima che nel 2020 il 50% dei bambini soffrirà di rinite allergica. Osservazioni effettuate in Italia mostrano come fra il biennio 1994-95 e quello 2001-02 la presenza di sintomi di rinite nel corso dei 12 mesi precedenti lo studio sia passata dal 13,8 al 18,9% nei bambini di 6-7 anni e dal 31,6 al 35,1% negli adolescenti di 13-14 anni, con un incremento rispettivamente del 5,2% e del 4,1%

Occhi arrossati, fastidio, lacrimazione, prurito: disturbi tipici di chi soffre di congiuntivite allergica

L’occhio rosso rappresenta in realtà un sintomo molto comune, probabilmente il più comune fra i sintomi oculari tanto che si stima che il 15% delle visite effettuate dall’oculista siano proprio dovute all’occhio rosso.
La sua presenza suggerisce un’infiammazione che può interessare la congiuntiva, la membrana che riveste l’interno delle palpebre e la sclera, il bianco dell’occhio, e talvolta anche l’interno dell’occhio.

Responsabili dell’infiammazione possono essere cause banali (per esempio l’esposizione al sole, al vento, ma anche all'aria inquinata), l’infezione da parte di virus o batteri, problemi di ridotta lacrimazione, reazioni allergiche, una serie di malattie (a carico del sistema immunitario e di altra natura) e anche l’esecuzione di terapie locali.

Ovviamente in base alla causa che l’ha provocata e all'eventuale interessamento della sola congiuntiva piuttosto che di strutture interne all'occhio, vi sarà la necessità di interventi differenti.

Come orientarsi dunque se ci si accorge di avere gli occhi arrossati? 

Come fare a sospettare se si tratta di un problema legato all'allergia o ad altro disturbo? 

L’oculista, il medico di famiglia diventano i punti di riferimento per una diagnosi corretta e una risposta terapeutica adeguata.
E’ importante però entrare in confidenza con i sintomi oculari che si avvertono per facilitare il lavoro dello specialista. Vengono in aiuto alcune caratteristiche con cui il disturbo si presenta e che possono essere valutate con relativa semplicità.

Conoscere alcune domande chiave cui rispondere può perciò aiutare a seguire la strada più corretta.

Ecco dunque cosa chiedersi se si scopre di avere gli occhi arrossati

Le prime domande, importanti perché aiutano a individuare un problema severo per il quale rivolgersi immediatamente al medico, riguardano il dolore,la vista, la presenza di fastidio se esposti alla luce.

L'OCCHIO FA MALE?

La presenza di dolore suggerisce la possibilità di un problema più serio di una banale congiuntivite, per esempio un’uveite, un’abrasione della cornea o una sua infiammazione (cheratite) piuttosto che un glaucoma acuto. Di conseguenza se la risposta a questa domanda è “sì, è presente un dolore moderato o severo” è opportuno fare subito riferimento al medico o, meglio, allo specialista oculista, a maggior ragione nel caso in cui il dolore si accompagni a compromissione della vista.

CI VEDO BENE? LA VISTA E' IN QUALCHE MODO DIMINUITA?

Un disturbo improvviso della vista deve essere sempre valutato tempestivamente dallo specialista.

E’ interessato un solo occhio o i disturbi sono bilaterali? 

In genere la congiuntivite allergica si presenta con sintomi bilaterali, mentre per esempio le infezioni batteriche e virali colpiscono inizialmente un occhio per coinvolgere l’altro subito dopo. Altre condizioni invece, come il glaucoma acuto ad angolo chiuso, le iriti, l’herpes e le abrasioni corneali sono monolaterali. 

Non esiste un solo segno clinico che ci permette di riconoscere una allergia oculare. Il prurito è l’unico sintomo sempre presente. L’associazione con occhio rosso, lacrimazione e fotofobia ci indirizzano verso una diagnosi di congiuntivite allergica.



Associazione Volontari "Farma e Benessere"

scrivici: farmaebenessere@libero.it  

   
Parole Chiave: Salute, Benessere, Volontariato, Medicina, Medico, Farma


Cambio all'ora legale: come affrontare eventuali disturbi!

Domenica 25 marzo 2018, esattamente alle due del mattino (o di notte) scatterà il cambio dell'ora. Le lancette degli orologi si dovranno spostare in avanti di un'ora mentre l'ora di smartphone, tablet, computer e di qualsiasi dispositivo connesso a internet si aggiornerà automaticamente. 

Dormiremo tutti 60 minuti in meno, ma a voler essere ottimisti godremo di un'ora di luce in più al giorno e magari qualcuno risparmierà sulla bolletta elettrica.  


Utilità e risparmio a parte, resta il fatto che l'ora legale, e la diminuzione del sonno che ne deriva, può avere degli effetti spiacevoli sul nostro benessere psico-fisico. Questi piccoli disturbi passeggeri - alterazioni del sonno, stanchezza e difficoltà di concentrazione, stress e irritabilità - sono causati dalla differenza che si crea tra il nostro orologio biologico (o ciclo circadiano) e l'orario esterno. 

L'orologio biologico è infatti responsabile della regolazione del ciclo sonno-veglia, della fame, della rigenerazione cellulare e della temperatura corporea. 

Anche la perdita di una sola ora di sonno può alterare questi equilibri per qualche giorno e farci sperimentare i sintomi sopra descritti. 

Per prepararci e rispondere a questi disturbi passeggeri, suggeriamo alcuni pratici e semplici accorgimenti che è possibile adottare per abituare il nostro organismo

  1. A partire da qualche giorno prima del cambio di orario, si dovrebbe gradualmente anticipare la sveglia di una ventina di minuti o andare a dormire un po' prima la sera per dare tempo al corpo di abituarsi al nuovo ritmo. 
  2. Se non si riesce a prendere sonno, è possibile aiutarsi con sedativi leggeri e naturali come passiflora o valeriana. 
  3. Utile anche, per agevolare il riposo, consumare pasti leggeri la sera, evitando alcolici, caffeina/teina e sostanze che influiscono sul ciclo sonno-veglia. 
  4. In caso di mal di testa gli antinfiammatori non steroidei (FANS), possono notevolmente alleviare il fastidio. 
  5. Se nervosismo e irritabilità perdurano è possibile assumere integratori di magnesio utili per ritrovare equilibrio. 
Fondamentale sforzarsi di fare attività fisica, meglio se all'aria aperta e al mattino, in modo da affrontare la giornata più rilassati e arrivare più stanchi alla sera. Per contro è meglio evitare l'attività sportiva anaerobica e intensa in prossimità dell'ora di andare a letto, poichè questa stimola il sistema nervoso e non favorisce il rilassamento necessario ad addormentarsi.

Dott. Marco Barone
Associazione "Farma e Benessere"

I grassi, pochi ma buoni, È sbagliato eliminarli del tutto!


Andrebbe abbandonato il mito che prodotti a basso contenuto calorico e a basso contenuto di grassi diano come effetto un ridotto aumento di peso sul lungo periodo perché si tratta di una illusione che conduce a politiche paradossali che si concentrano sul totale delle calorie, piuttosto che sulla qualità del cibo e induce in errore i consumatori che finiscono per scegliere gli alimenti in base al contenuto totale di grassi e calorie, piuttosto che ai loro reali effetti sulla salute e quindi sulla qualità nutritiva dell’alimento. 
Sento spesso dire che le diete senza grassi sono efficaci per perdere peso. 


La verità è che decenni di suggerimenti di diete ipolipidiche non hanno ridotto i numeri dell’obesità nel mondo e questo è un dato che parla da sè. Come è un dato che la qualità di quello che mangiamo è fondamentale, e che per esempio l’olio d’oliva e il burro anche a parità di calorie non sono la stessa cosa per le arterie. 
Detto ciò, e ovviamente, le calorie sono importanti, ma la questione vera è quello che si vuole ottenere: se si vuole perdere peso in tre mesi vanno bene molte diete, anche quelle più fantasiose, perché se si tolgono calorie, in qualsiasi modo si tolgano, il peso si perde. Poi però bisogna campare in salute per qualche decina di anni e sul lungo periodo (che poi sono i tempi lunghi che impattano significativamente sulla salute cardiometabolica e sull’obesità) la questione cambia. 

Se si vuole mantenere il peso perduto la dieta mediterranea funziona bene: è salutare ed è ricca di alimenti che saziano: cereali integrali, legumi, frutta e verdura, e di grassi vegetali insaturi. Milioni di persone ossessionate dalle calorie e dai grassi di qualsivoglia origine, per esempio limitano l’olio d’oliva, anche come condimento. E non ha senso non condire l’insalata, i grassi risparmiamoli non dai condimenti ma dagli alimenti che ne contengono tanti, e magari saturi, come carni e salumi, sia scegliendo tagli più magri, sia riducendo i consumi quando eccessivi. Come è privo di senso scegliere prodotti light, per esempio evitare il latte o lo yogurt interi e poi aggiungere zucchero quando c’è già, o acquistare prodotti a zero grassi ma troppo ricchi di zucchero. 

Se nella dieta scendono i grassi, inevitabilmente sale qualcos’altro, cioè carboidrati o proteine. E questo pochi lo sanno e chi lo sa non lo spiega come si dovrebbe. E non c’è guadagno né in termini di salute e nemmeno di perdita ponderale. La dieta mediterranea, coi suoi grassi, quelli buoni, è ancora il modo migliore non solo per perdere o mantenere il peso, ma per guadagnare e mantenere salute.

Dott.ssa Zaira Senatore         
Biologa nutrizionista                                                       
Specialista in Biochimica Clinica