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Il fiore di zucca, il fiore dell' estate.

Il  fiore che accompagna la nostra calda estate è il fiore di zucca , o per meglio dire il fiore di zucchina.
Come tutta la frutta e verdura sono ottimi da mangiare ed aiutano il nostro corpo.

Sono composti dal 90% di acqua e pochissimi grassi (0,4 grammi ogni 100), sono ricchi di proteine (1,7 grammi ogni 100),  perfetti  quindi per una cura dimagrante.  

Numerose le proprietà di questo splendido fiore: 
le principali vitamine sono A, B1, B2, B3, B9, C e contiene tanti sali minerali, come ferro, calcio, magnesio e potassio

 I fiori di zucca quindi sono utili per la nostra spossatezza,per i nostri raffreddori estivi, per il nostro sistema immunitario, per le donne in gravidanza poiché la vitamina B9 (acido folico) tende a proteggere e favorire lo sviluppo dell'embrione e anche per chi soffre di osteoporosi

Il consiglio è di approfittarne, quindi di seguito una ricetta per poterne mangiare in quantità:
                                                   

                                         FIORI DI ZUCCA ALLA RICOTTA
Ingredienti
16 fiori di zucca, 3 pomodori pelati, 250 gr di ricotta, 80 gr di grana padano, 2 zucchine, 5 dcl di besciamella, 1 ciuffo di maggiorana secca, 1 spicchio d'aglio, olio extravergine d'oliva e sale q.b.
Procedimento
Lava le zucchine, puliscile e riducile a julienne. Rosola l'aglio con poco olio, eliminalo, unisci le zucchine, sala e cuoci per 4 minuti. Mescola la ricotta con 60 g di grana, le zucchine tiepide e la  maggiorana tritata. Pulisci i fiori di zucca,  elimina il pistillo e farciscili con il composto di ricotta.Versa la besciamella in una pirofila di 28x24 cm, disponi i fiori di zucca, aggiungi i pomodori a dadini e  cospargi con il grana rimasto. Cuoci in forno caldo a 200° per 25 minuti. Servi caldo o tiepido. 
Ufficio Stampa
Farma e Benessere

Conosciamo...la pesca

Pesca gialla, bianca, noce, tabacchiera: le varietà della pesca sono tante, dalla buccia che può essere liscia o può essere vellutata, dalla forma tonda o a quella schiacciata, dalla polpa gialla o bianca.

Le varietà più note in Italia sono: la sbergia, la montagnolala merendella e la saturnina.
A seconda della varietà, il frutto può maturare dalla fine di maggio, fino a settembre.

I valori nutrizionali di una pesca sono circa 30 kcal. 
La certezza è che sono ricche di acqua,fibre e contengono poche calorie e sono frutti indicati nelle diete, sia per i suoi valori nutrizionali e per la capacità di saziare la fame

I minerali più presenti sono potassio,fosforo,magnesio,calcio, le vitamine C B1, B2, B3, B5, B6 e A
Molto importanti sono in cucina, le pesche possono essere consumate in confettura, sciroppate e possono essere usate sia per dolci e torte che per succhi e liquori.

Le proprietà salutari che la medicina tradizionale ha sempre individuato alle pesche sono molte, infatti hanno proprietà  depurative, digestive,  utili per la circolazione del sangue e per il mal di testa

Di seguito all'articolo una ricetta veloce per far apprezzare questo fantastico frutto dai più grandi ai più piccoli.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

Tarte tatin di pesche

Burro: 60 g
Pasta sfoglia: 1 disco
Pesche: 4
Zucchero: 180 g

Procedimento

Fate caramellare lo zucchero in un pentolino fino a quando non avrà raggiunto una colorazione ambrata (cioè fino a 150°C). A quel punto, rimuovete il pentolino dal fuoco e aggiungete il burro tagliato a cubetti. Mescolate bene il tutto fino a ottenere un impasto liscio e ben amalgamato.Versate il caramello in una teglia foderata con carta da forno. A parte, tagliate a metà le pesche e rimuovete il nocciolo, disponetele in una tortiera e cuocetele in forno a 180° per 15 minuti. Togliete dal forno la teglia, appoggiatevi sopra il disco di pasta sfoglia e cuocete, sempre in forno, alla stessa temperatura, per altri 10-12 minuti.
Quando la tarte tatin sarà cotta, capovolgete la teglia ancora tiepida in un piatto.

Potete servire la torta calda o tiepida.

Caterina Rapoli
Associazione "Farma e Benessere" 

Curare la cistite: Sintomi e Rimedi

L'infiammazione è causata da batteri che popolano l'ultimo tratto dell'intestino, fra cui in prima linea il colibacillo, o da altri patogeni. Tali germi possono raggiungere la vescica dall'esterno, passando attraverso l'uretra, o dall'interno per propagazione da organi vicini, o ancora per via ematica.


cistite, cura e sintomi
Apparato Urinario

Come rappresentato in figura, l'uretra femminile è più breve di quella maschile. Tale caratteristica, associata all'assenza dell'effetto battericida delle secrezioni prostatiche e ad altre peculiarità anatomiche sfavorevoli, come il sito d'apertura più facilmente raggiungibile dai microrganismi fecali, aumenta la suscettibilità femminile alla cistite.

Durante l'atto minzionale si può verificare una risalita dei germi in quanto, mentre nella fase iniziale all'apertura del collo vescicale segue quella dell'uretra in senso prossimo-distale, al termine della minzione l'uretra si chiude in senso inverso, agevolando l'ingresso dei germi in vescica attraverso un reflusso uretro-vescicale. Giunti in vescica i germi possono moltiplicarsi in modo esponenziale e produrre l'infiammazione della mucosa nota come cistite.

Si calcola che una percentuale di donne compresa tra il 10 ed il 20% soffrirà, almeno una volta nel corso della sua vita, di un'infezione del tratto urinario.


L'incidenza della cistite aumenta notevolmente con l'avanzare dell'età, si stima infatti che circa il 20-50% delle donne over 60 soffra di tale disturbo. La causa va ricercata in alcuni problemi legati alla menopausa, come la carenza estrogenica e le dislocazioni degli organi pelvici. 

Nell'uomo, senza anomalie anatomiche alle vie urinarie, la cistite si associa spesso a prostatite batterica. Anche per il sesso maschile l'incidenza di cistiti, soprattutto quelle dovute a fenomeni ostruttivi, aumenta nell'età avanzata. 


Il processo infiammatorio a carico della vescica può essere acuto, subacuto o cronico. L'infezione può infatti risolversi dopo un solo episodio, oppure, specie quando viene trascurata, ripresentarsi e cronicizzare. In questi casi il processo infettivo può estendersi pericolosamente alle vie genitali o alle alte vie urinarie.


Sul piano clinico la cistite è caratterizzata dai seguenti sintomi irritativi:
  • pollachiuria: aumento transitorio o permanente del numero di minzioni durante le 24 ore, accompagnato dalla riduzione del volume vuotato per ogni atto minzionale;
  • disuria: difficoltà nell'urinare, la minzione può essere lenta e poco copiosa; tutto ciò richiede uno sforzo eccessivo, i muscoli appaiono contratti ed il getto può risultare modificato nel volume o nella forma (deviato, tortuoso ecc.) o arrestarsi improvvisamente e involontariamente;
  • bruciore o dolore durante la minzione, talvolta accompagnato da brividi e freddo;
  • tenesmo vescicale: spasmo doloroso seguito dall'urgente bisogno di urinare; (le urine sono torbide e a volte maleodoranti)
  • talvolta è presente anche ematuria o piuria, termini utilizzati per indicare, rispettivamente, la presenza di sangue e pus nelle urine. 
In genere, la cistite acuta e non complicata, non causa febbre, quando la temperatura sale notevolmente è possibile che l'infezione si sia propagata alle alte vie urinarie. La sintomatologia della cistite cronica è simile a quella della cistite acuta ma caratterizzata da sintomi più lievi. 


Eziologia - Causa di una patologia

La vescica ha una notevole resistenza alle infezioni ed in condizioni normali l'urina che contiene è sterile. Esistono tuttavia particolari condizioni che rendono l'organismo più suscettibile all'attacco batterico. Questi microrganismi possono raggiungere la vescica per via ascendente (risalita lungo l'uretra dopo emissione con le feci), discendente (discesa dal rene) o ematica. 

La cistite può quindi manifestarsi per la presenza di numerose condizioni predisponenti: debilitazione del sistema immunitario in seguito a terapia antibiotica; alimentazione irregolare o stress eccessivo; affaticamento fisico o mentale;

  • la scarsa o eccessiva igiene intima è un fattore di rischio comune per la cistite;
  • utilizzo di assorbenti interni;
  • uso del diaframma e di creme spermicide che diminuiscono l'acidità vaginale favorendo la contaminazione batterica;
  • pantaloni o biancheria intima eccessivamente aderente;
  • malattie sessualmente trasmissibili come la gonorrea o blenorrea;
  • agenti chimici;
  • malformazioni dell'apparato urinario possono predisporre alla cistite;
  • rapporti sessuali;
  • utilizzo del catetere;
  • stenosi o restringimenti uretrali;
  • presenza di corpi estranei o patologici nella vescica (calcoli o tumori);
  • diverticoli;
  • ipertrofia prostatica;
  • diabete: la presenza di glucosio nelle urine (glicosuria) favorisce la crescita batterica.
Terapia Farmacologica: Farmaci e cura

Oltre ad intraprendere una terapia farmacologica per la cura della cistite, è  doveroso seguire una serie di norme igieniche-comportamentali utili per  velocizzare la guarigione e prevenire le ricadute: 

prevenzione e cura della cistite

Assumere molta acqua per diluire la carica batterica responsabile della  cistite; l'igiene intima è sempre indispensabile (soprattutto durante le  mestruazioni e dopo il rapporto sessuale); Evitare alimenti irritanti le vie urinarie (alcolici, caffè, cioccolato, peperoncino, spezie)

Tra i farmaci più importanti si ricordano:

1) Antidolorifici/antispastici, in grado di ridurre la contrazione spastica della muscolatura liscia

Fenazopiridina (es. Uricalm): il farmaco è indicato in caso di cistite per alleviare la sintomatologia dolorosa e diminuire lo stimolo di urinare. Si raccomanda la somministrazione di 190-200 mg di principio attivo per os, tre volte al dì dopo i pasti. È bene interrompere la terapia dopo due giorni in caso di assunzione concomitante ad un antibatterico;

Scopolamina butilbromuro (es. BuscopanAddofixErion): indicato per rilassare la muscolatura liscia del tratto genitourinario. Si raccomanda la somministrazione di 1-2 compresse da 10 mg 3 volte al dì per adulti e ragazzi di età superiore ai 14 anni;

Floroglucina biidrata (es. Spasmex): è un farmaco spasmolitico indicato per i disturbi della funzionalità uro-genitale; in particolare, è consigliato per le donne affette da cistite interstiziale. La somministrazione è di 6 compresse al dì, oppure di 3 supposte al dì, garantisce un buon effetto anticolinergico ed antispastico nei confronti della muscolatura liscia dell'apparato genito-urinario.

2) Antibiotici: il farmaco deve essere scelto in funzione della sensibilità locale agli antibiotici:

Ciprofloxacina (es. Ciproxin, Flontalexin, Ciprofloxac, Samper): il derivato chinolonico è indicato per la donna in caso di cistite acuta non complicata. Si raccomanda la somministrazione per os di 100 mg di principio attivo due volte al dì per 3 giorni; in alternativa somministrare per via endovenosa 100 mg due volte al dì;

Trimetoprim (es. Bactrim): assumere 100 mg di farmaco ogni 12 ore oppure 200 mg in un'unica dose al dì, per 10 giorni. Per la profilassi della cistite, assumere 100 mg di trimetoprim al mattino per un periodo di tempo variabile dalle 6 settimane ai 6 mesi, in base alla gravità del disturbo e alle indicazioni del medico;

Acido nalidixico (es. Ac Nalid, compresse/sciroppo) indicato per cistite e per altre infezioni a carico delle vie urinarie. Assumere per os 900 mg di principio attivo ogni 6 ore (3 volte al dì) per 7 giorni consecutivi. Per le infezioni croniche urinarie, ridurre la posologia a 600 mg/die, ripetendo la somministrazione ogni 6 ore. Nella terapia di mantenimento: il dosaggio viene ridotto generalmente a 30 mg/kg/die, per un periodo di tempo indicato dal medico;

Ofloxacina (es. Exocin, Oflocin): in caso di cistite senza complicanze, assumere 200 mg di principio attivo ogni 12 ore per 3 giorni (in caso di infezione da E. Coli e Klebsiella pneumoniae) o 7 giorni (per cistite dovuta ad altri batteri);

Amoxicillina (es. Amoxicillin, Amoxil e Trimox, ZimoxAugmentin): in caso di cistite di lieve entità, il paziente, in genere, risponde positivamente alle cure con amoxicillina per 7 giorni: somministrare 250-500mg di principio attivo tre volte al giorno. In alternativa, assumere 500-875 mg per via orale di amoxicillina due volte al dì, secondo quanto indicato dal medico.
Come trattamento di seconda scelta, è possibile anche effettuare l'alcalinizzazione o l'acidificazione delle urine, a seconda del paziente:
L'alcalinizzazione delle urine è utile per alleviare la sintomatologia dolorosa della cistite e delle infezioni alle vie urinarie in genere. Ad esempio, il sodio bicarbonato (viene utilizzato come sostanza alcalinizzante per il trattamento di patologie renali e genito-urinarie. Si consiglia la somministrazione di 3 grammi di sodio carbonato sciolto in acqua; ripetere la somministrazione ogni 2 ore o comunque fino a quando il pH raggiunge il valore 7.

Terapia di mantenimento: assumere 5-10 grammi al dì per mantenere l'alcalinizzazione delle urine. L'alcalinizzazione delle urine sembra favorire l'azione di alcune sostanze (es. uva ursina), attivabili esclusivamente in ambiente basico.

L'acidificazione delle urine viene consigliata generalmente nella fase acuta della cistite: non a caso, l'acidità sembra garantire una significativa protezione dalle infezioni batteriche urinarie. Tra le sostanze indicate a tale scopo, si ricorda l'ammonio cloruro, la cui posologia deve essere prescritta dal medico (effetti collaterali: acidosi, ipocalcemia, vomito).

Estrogeni naturali o di sintesi (consigliati esclusivamente in caso di cistite cronica dopo la menopausa): si è osservato che la carenza estrogenica può favorire la comparsa di cistite. La scelta del farmaco e la posologia più indicata per la paziente devono essere stabiliti dal medico.

Anche la fitoterapia può essere un valido aiuto per alleggerire la sintomatologia della cistite: le sostanze naturali diuretiche sono in grado di aumentare l'espulsione di urina, favorendo pertanto l'eliminazione di scorie.

Uva ursina: antimicrobico/disinfettante delle vie urinarie, droga naturale d'elezione per il trattamento della cistite. 

Anche carciofocetriolofinocchiosedano, tarassaco espletano una buona azione diuretica, valido ausilio per coadiuvare il trattamento della cistite

Per velocizzare la guarigione, si consiglia di assumere tisane formulate con principi attivi estratti da piante ad azione diuretica e/o disinfettante delle vie urinarie:
  • Uva ursina (Arctostaphylos uva ursi) → proprietà disinfettanti delle vie urinarie. Rimedio estremamente utile per la cistite
  • Asparago (Asparagus sativus) → proprietà diuretiche
  • Equiseto (Equisetum arvense) → proprietà diuretiche e rimineralizzanti
  • Ortica (Urtica dioica,) → proprietà diuretiche, antinfiammatorie e rimineralizzanti
  • Ortosifon (Orthosiphon stamineus) → proprietà diuretiche
  • Carciofo (Cynara scolymus L.) → proprietà diuretiche
  • Finocchio (Foeniculum vulgare) → proprietà diuretiche
  • Mirtillo (Vaccinium myrtillus) → proprietà diuretiche, antiossidanti, disinfettanti delle vie urinarie
  • Corbezzolo (Arbutus unedo) → proprietà disinfettanti ed antinfiammatorie, particolarmente adatto come rimedio naturale contro la cistite
  • Echinacea (Echinacea purpurea) → proprietà disinfettanti e immunostimolanti

Rivolgiti sempre con fiducia al tuo medico curante o allo specialista prima di intraprendere una cura farmacologica!



Associazione Volontari "Farma e Benessere"
scrivici: farmaebenessere@libero.it     

Parole Chiave: Salute, Benessere, Volontariato, Medicina, Medico, Farma


Presentazione Associazione Volontari "Farma e Benessere"

"L' Associazione di Volontariato "Farma e Benessere" rappresenta uno strumento di connessione, di divulgazione, di aggiornamento e confronto sul tema della salute"


Alcol e Giovani

L'alcol rappresenta in Europa il secondo fattore di rischio di malattia e morte prematura dopo il tabacco.

La Commissione Europea stima che 55 milioni di adulti consumino in Europa alcolici secondo modalità a rischio e che 23 di questi siano alcol dipendenti. In Italia sono 9 milioni i consumatori a rischio di cui oltre 1 milioni giovani dagli 11 ai 24 anni e oltre 3 milioni di ultra65enni. Quattro milioni di italiani bevono ogni anno almeno una volta per ubriacarsi.
Si stima che in Italia siano oltre 1 milione gli alcolisti di cui solo 68.000 gli alcoldipendenti in carico ai servizi; l’1% ha un età inferiore ai 19 anni.

L’alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con la capacità di indurre dipendenza. Al contrario di quanto si ritiene comunemente, l’alcol non è un nutriente e il suo consumo non è utile all’organismo o alle sue funzioni. Causa invece danni diretti alle cellule di molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale, e in particolare alle cellule del cervello.

L’alcol è assorbito per il 2% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino. L’alcol assorbito passa quindi nel sangue e dal sangue al fegato, che ha il compito di distruggerlo tramite un enzima chiamato alcol-deidrogenasi. Soltanto quando il fegato ha assolto del tutto a questa funzione la concentrazione dell’alcol nel sangue risulta azzerata. 
Il processo di smaltimento richiede tuttavia un tempo legato alle condizioni fisiologiche individuali: in media, la velocità con cui il fegato rimuove l’alcol dal sangue è infatti di circa mezzo bicchiere di bevanda alcolica all’ora.

Questo sistema di smaltimento dell’alcol non è uguale in tutte le persone: varia in funzione del sesso, dell’età, dell’etnia e di caratteristiche personali; non è completamente efficiente prima dei 21 anni ed è inefficiente sino ai 16 anni. Dopo i 65 anni si perde gradualmente la capacità di smaltire l’alcol e, nel sesso femminile, è sempre la metà, a tutte le età, rispetto alle capacità maschili; per questa ragione alcune persone sono più vulnerabili agli effetti dell’alcol.

I danni dell’alcol

Il consumo di bevande alcoliche è responsabile o aumenta il rischio dell’insorgenza di numerose patologie: cirrosi epatica, pancreatite, tumori maligni e benigni (per esempio quello del seno), epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia, depressione.

L’alcol è inoltre responsabile di molti danni indiretti (i cosiddetti danni alcol-correlati), dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta, come nel caso dei comportamenti sessuali a rischio, degli infortuni sul lavoro e degli episodi di violenza.

Un capitolo a parte meritano gli incidenti stradali provocati dalla guida in stato d’ebbrezza che hanno un peso preponderante nella mortalità giovanile. Si stima che in Europa è attribuibile all’uso dannoso di alcol il 25% dei decessi tra i ragazzi di 15-29 e il 10% dei decessi tra le ragazze di pari età.

Cosa si guadagna con il consumo moderato

Ridurre il consumo di alcol, o smettere completamente di bere, produce sempre benefici sullo stato di salute in qualunque momento della vita. Alcuni danni prodotti dall’alcol sono completamente reversibili se affrontati tempestivamente.

Per consumo moderato di alcol si intende una quantità inferiore ad un bicchiere di bevanda alcolica al giorno, pari in media a non più di 10 grammi di alcol. I possibili vantaggi del consumo così inteso sono riferibili ad una riduzione del rischio di mortalità cardio-coronarica, di diabete di tipo II e di calcolosi della colecisti; non sono vantaggi registrabili per tutti e di solito riferibili a soggetti di sesso maschile di età superiore ai 65 anni. Non esiste consenso scientifico e non sono verificati i vantaggi del bere moderato per le donne e per i giovani.

L’esposizione protratta a quantità superiori a quelle definite moderate e qualunque fenomeno di eccesso pur sporadico annullano di fatto eventuali possibili vantaggi; in molti casi, la riduzione o la cessazione del consumo di alcol sono associate a un rapido miglioramento delle condizioni fisiche e anche a una riduzione del rischio di mortalità prematura. Al netto degli effetti positivi e negativi gli svantaggi del bere prevalgono comunque sempre sui vantaggi per cui attuare scelte informate assume il significato di attenta valutazione dei contesti e delle situazioni in cui avviene il consumo.

"Le informazioni pubblicate non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico"

Fonte: Ministero della Salute

Salute: il genere sessuale influisce sul rischio di ammalarsi fisicamente e mentalmente


Farma e Benessere News "Uomo" - "Donna" Medicina di Genere


Un nuovo studio del St. Michael's Hospital in Canada sostiene che il genere sessuale influisce sul rischio di ammalarsi fisicamente e mentalmente, dimostrando che in un periodo di 10 anni gli uomini hanno maggiori possibilità delle donne  di ammalarsi fisicamente. 

Dai risultati e’ emerso anche che soffrire di una patologia mentale incrementa il rischio di insorgenza di malattie fisiche di 10 volte per entrambi i sessi, anche se le donne si ammalano tendenzialmente con un anno di anticipo. 

“Il ruolo del sesso come fattore di rischio per la malattia non e’ sempre considerato ma e’ invece un elemento importantissimo”, ha spiegato Flora Matheson, autrice dell’indagine, sul Journal of Epidemiology & Community Health. “Il nostro studio suggerisce la necessita’ di effettuare ulteriori ricerche sul tema per comprendere pienamente le connessioni tra genere e problemi di salute complessi”, ha concluso.


Associazione Volontari "Farma e Benessere"
scrivici: farmaebenessere@libero.it  

Farmaci e Scadenze

Sapevi che?

…una volta aperta la confezione, le diverse forme farmaceutiche differiscono per tempo di  validità?


La data di scadenza, obbligatoriamente presente su tutte le confezioni di farmaci, si riferisce alla confezione integra e correttamente conservata. Ma dal momento dell’apertura ogni tipo di medicinale ha una durata diversa prima che diventi inefficace o addirittura nocivo. 
Fonte: AIFA

Tiroide e tiroidite: Cura e Prevenzione

"La TIROIDE è una ghiandola endocrina situata nel collo in posizione mediana davanti alla laringe e alla trachea. E' costituita da due lobi con un istmo centrale che li collega"



Dal punto di vista istologico possiamo dividere la laringe in due parti: nella parte esterna troviamo le cellule follicolari preposte alla secrezione di ormoni tiroidei; la parte interna ha una matrice colloidale, infatti è detta "colloide", e si trova nella cavità interna dei follicoli. E' costituita da pro-ormoni che, per scissione proteolitica, verranno immessi direttamente nel torrente circolatorio. 


La Tiroide è una delle ghiandole maggiormente vascolarizzate e questo è molto importante in quanto i farmaci che agiscono sulla circolazione, come ad esempio il warfarin, possono alternarne il funzionamento e la vascolarizzazione. 

Studi recenti hanno rilevato che quest'organo contribuisce al metabolismo dell'ossigeno, quindi all'ossigenazione dei tessuti, che, nel caso di pazienti ipotiroidei, è molto scarsa, mentre risulta eccessiva nel caso di ipertiroidismo. 

La Tiroide secerne due ormoni: 

La TIREOCALCITONINA che controlla le concentrazioni di calcio nel sangue e le IODOTIRONINA

All'interno dei follicoli è contenuta una matrice colloidale costituita da una sostanza gelatinosa, la TIREOGLOBULINA(TG), sintetizzata nel REG o RER (reticolo endoplasmatico rugoso o granulare) e progenitrice degli ormoni tiroidei. Gli ormoni tiroidei sono amminoacidi iodurati a partire dalla tirosina dando origine alla 3-iodotirosina (MIT) e alla 3,5 diiodotirosina (DIT). 

La fusione di due molecole di 3,5 diiodotirosina (DIT) dà vita al T4 (3,5,3',5'tetraiodotironina o tiroxina) mentre la fusione della 3-iodotirosina (MIT) e della 3,5 diiodotirosina (DIT) formano T3 (3,3',5' triiodotironina). T3 e T4 inizialmente rimangono incorporati nella tireoglubulina e si liberano per proteolisi (il processo di degradazione). 

Lo iodio assunto con l'alimentazione viene captato dalla tiroide nella forma organolettica cioè legata a proteine, ed è introdotto nelle cellule follicolari. L'ipotalamo secerne ormoni rilascianti (RH) che inducono l'ipofisi a secernere l'ormone stimolante(TSH); il TSH va ad agire con i propri recettori i quali subiscono un cambiamento conformazionale tale da indurre una cascata di eventi che porta alla secrezione di T3 e T4 nel torrente ematico. 

Esiste però un controllo nel rilascio di tali ormoni, detto a feed-back negativo: quando le concentrazioni di ormoni circolanti sono troppo elevati, la tiroide invia segnali all'ipofisi di far diminuire la secrezione di TSH, e l'ipofisi invia un segnale all'ipotalamo inibendo il rilascio di RH; per cui la cascata di rilascio ormonale viene bloccata a monte. Questo meccanismo di retroregolazione è fondamentale anche in caso di squilibri ormonali a livello dell'ipotalamo ed ipofisi. Esiste infatti un rapporto che deve essere rispettato tra i valori di T3 e T4 nell'organismo: la tiroide produce più T4 (93%) e meno T3 (7%), quindi questo sta a significare che il T3 è più attivo infatti non si lega alle proteine plasmatiche perchè è considerato di pronto intervento; mentre il T4 si lega a tali proteine e quindi funge da deposito circolante, in quanto legato ad esse (proteine) non è attivo. 

Il tempo di permanenza nel sangue è di 7 giorni per gli adulti di T4. 

EFFETTI DEGLI ORMONI TIROIDEI

Gli ormoni tiroidei intervengono:
  • nell'ossidazione del gruppo glucosio
  • nell'aumento del dispendio energeticonella produzione di calore
GIOCANO UN RUOLO IMPORTANTE
  • mantenimento della pressione arteriosa
  • regolazione della crescita tissutale
  • nello sviluppo dei sistemi scheletrico e nervoso (esercizio fisico)
  • nella maturazione e capacità riproduttiva

ORMONE TIROIDEO NELL'ESERCIZIO FISICO

Dopo un'intensa ma breve attività fisica non si sono osservate modificazioni elevate dei livelli plasmatici degli ormoni tiroidei. Solamente dopo prolungate sedute di allenamento è stato notato un marcato aumento di T3 e T4.

Uno studio condotto in Norvegia da Herald E. Refsum ha mostrato elevati livelli plasmatici di T3, T4, TSH e della proteina che lega gli ormoni tiroidei TBG (Globulina Legante la Tiroxina), in atleti che praticavano sci di fondo subito dopo una prestazione, notando che i livelli plasmatici ritornavano entro i limiti iniziali solo dopo vari giorni di recupero. 

Tale processo sembra sia dovuto al fatto che durante l'attività fisica vengono consumati in maniera consistente gli ormoni tiroidei, quindi per effetto dell'azione fisiologica del feed-back si stimola l'ipofisi a produrre elevate quantità di TSH con conseguente aumento dei livelli plasmatici degli ormoni tiroidei.

E se compare il gozzo come comportarci???

Tipologie:

ENDEMICO: deficit alimentare di iodio (sale)
SPORADICO: deficit enzimatico della biosintesi ormonale
TIROIDITI: anche di carattere focale: infiammazione autoimmune per batteri o virus della ghiandola tiroidea
IPO-IPER TIROIDISMO

SEGNI DELL' IPOTIROIDISMO:

Nel bambino: deficit intellettivo, ritardo nella crescita, screening neonatale.
Nell'adulto: mixedema, pallore cutaneo, bradicardia, debolezza, stanchezza sensibilizzazione al freddo, stipsi.

La diagnosi avviene grazie alla ridotta concentrazione plasmatica FT3 e FT4 (DIMINUZIONE DI T3 E T4) ed un aumento della concentrazione di TSH.

SEGNI DELL' IPERTIROIDISMO:

tremori, iperfagia, dimagrimento, irritabilità, insonnia, artimie.

La diagnosi prevede un aumento delle concentrazioni plasmatiche di FT3 e FT4 e una diminuzione della concentrazione di TSH.
Il corretto percorso di accertamento di un eventuale malfunzionamento della tiroide prevede che i possibili campanelli d’allarme vengano prima di tutto approfonditi con il Medico di Medicina Generale, al quale spetterà – nel caso lo ritenga opportuno – optare per la valutazione della funzionalità tiroidea.

In particolare, il test di dosaggio del TSH è comunemente ritenuto l’esame più accurato per analizzare l’attività della ghiandola tiroidea. Questo consiste semplicemente in un prelievo di sangue rivolto a testare i livelli di TSH (ormone che stimola la tiroide a produrre gli ormoni T3 – T4). Se il TSH è ridotto, significa che la ghiandola sta funzionando troppo (ipertiroidismo), in caso contrario, se presenta valori elevati, la tiroide sta lavorando troppo poco (ipotiroidismo).

Un tempo era possibile individuare un problema alla tiroide solo quando le patologie conseguenti arrivavano a uno stadio avanzato; oggi sono invece disponibili metodi sofisticati in grado di dosare concentrazioni infinitesimali di TSH e che permettono di diagnosticare eventuali disfunzioni a stadi molto prematuri, addirittura prima della comparsa dei sintomi.
Grazie alla diagnosi precoce sarà quindi possibile seguire per tempo una terapia personalizzata in grado di prevenire l’insorgere di problemi gravi e limitare le conseguenze sull’organismo.

In caso di riscontro di ipotiroidismo potrà essere eseguito il dosaggio degli anticorpi anti-tiroide, in particolare degli Ab anti-TPO, per escludere la presenza di una tiroidite autoimmune.

Solo in alcuni casi particolari, vengono effettuati esami di laboratorio più complicati, come il test al TRH (ormone di rilascio della tireotropina), nel quale viene iniettato al paziente questo ormone che stimola l’ipofisi a produrre TSH, per poi valutare a tempi prefissati la risposta dell’ipofisi tramite il dosaggio del TSH e capire se esistono anomalie.

TERAPIA FARMACOLOGICA:

I) Ormoni tiroidei sintetici per l'ipotiroidismo:

LEVOTIROXINA: eutirox, tirosint
LIOTIRONINA: titre 20 mg cps, liotir 20mg cps

II) ANTAGONISTI FUNZIONE TIROIDEA: vengono usati per l'ipertiroidismo:

TIONAMIDI blocco della sintesi degli ormoni tiroidei per inibizione della perossidasi, effetto immunomodulatore sugli anticorpi antirecettori TSH.

farmaci: TAPAZOLE e PROPYCIL (utilizzato anche in gravidanza)

INIBITORI ANIONICI: inibiscono la captazione dello iodio, da parte della tiroide:

  • perclorato di potassio

  • tiocianatipertecnetati (usato come marcatore nella scintigrafie)


IODIO RADIOATTIVO viene usato nell'ipertiroidismo grave, rimozione della tiroide o carcinoma della stessa successivamente all'intervento tiroidectomia totale.

BETA-BLOCCANTI che vanno ad agire sulla riduzione (aritmie) degli effetti degli ormoni tiroidei sui tessuti periferici:

  • PROPANOLOLO: inderal
  • ATENOLOLO: tenormin
  • METOPROLOLO: lopresor

   
Associazione Volontari "Farma e Benessere"
scrivici: farmaebenessere@libero.it  

Curarsi con i Fiori di Bach


I Fiori di Bach




CHI ERA EDWARD BACH 
 
Edward Bach nacque nel 1886 a Moseley, presso Birmingham. Studiò medicina prima a Birmingham e poi a Londra; 

nel 1913 venne abilitato alla professione e divenne responsabile del pronto soccorso dell'University College Hospital.

Assistente nel reparto di batteriologia, scoprì una correlazione tra i ceppi batterici presenti nell'intestino e le malattie croniche. Iniziò così a sperimentare dei nuovi vaccini e una diversa posologia, ossia le iniezioni venivano ripetute solo nel caso di una ricomparsa dei sintomi.


Con questa modalità ottenne degli ottimi risultati, rispettando l'evoluzione di ogni singolo paziente piuttosto che un protocollo predeterminato. Nel 1917 venne operato per un tumore alla milza e gli fu prospettata una sopravvivenza di tre mesi al massimo; nonostante ciò, ritornò molto presto al suo laboratorio e si immerse totalmente nei suoi studi mentre la sua condizione fisica migliorò e la prognosi infausta venne smentita. 


Nel 1919 iniziò a lavorare come patologo e batteriologo presso il London Homeopathic Hospital, venendo in contatto con le idee di Samuel Hahnemann, il fondatore dell'omeopatia, con le cui teorie spesso concordava: il considerare al centro il paziente e non la malattia, la sua considerazione dello squilibrio intestinale, l'uso di piante ed erbe per curare le diverse patologie, l'uso di preparati biologici ricavati dal paziente (cosa che Bach già stava facendo). 

Iniziò a preparare i propri vaccini in maniera omeopatica e a somministrarli per via orale: nacquero così i cosiddetti "nosodi di Bach", divisi in sette gruppi in base alla loro azione di fermentazione dello zucchero. In ogni paziente veniva controllato il tipo di batteri intestinali predominante e gli veniva prescritto il nosode corrispondente.

Visti gli ottimi risultati, l'uso dei nosodi di Bach si diffuse in Inghilterra, in Germania ed in America.

Bach iniziò a cercare similitudini tra persone con lo stesso tipo di batteri intestinali, riuscendo a individuare il nosode giusto in base agli stati d'animo del paziente.
Collaborò con diversi omeopati ad alcune pubblicazioni, tra cui : "Malattie croniche. Un'ipotesi di lavoro",  "Relazioni tra vaccinazione ed omeopatia", "Tossiemia e suoi rapporti con la comparsa di tumori", "La riscoperta della psora".


Nel 1924 presentò ad un congresso di omeopatia uno studio sugli effetti della combinazione tra dieta e nosodi, affermando che è il miglioramento globale dell'individuo a determinare il miglioramento nel decorso della malattia. Bach sostituì poi i nosodi con le piante, iniziando una serie di esperimenti. Nel 1928 egli ebbe l'intuizione di raggruppare i pazienti in diverse categorie in base al loro comportamento, ossia stabilì un collegamento tra le malattie ed i gruppi di personalità basato sulla loro reazione alla malattia e non sul tipo di patologia.


Iniziò quindi a prescrivere i rimedi in base alle caratteristiche comportamentali del paziente, individuando una lista di 12 stati d'animo:


· paura
· terrore
· inquietudine, ansia o tortura mentale
· indecisione
· indifferenza o noia estrema
· dubbio o scoraggiamento
· preoccupazione estrema
· debolezza
· sfiducia in sé
· impazienza
· entusiasmo estremo
· orgoglio o tendenza a tenersi in disparte.


Nel 1928 iniziò a preparare i fiori in maniera omeopatica e a somministrarli secondo la personalità del paziente, ottenendo un grande successo. 

Elaborò poi il metodo del sole: i fiori venivano messi in una ciotola di vetro esposta per quattro ore al sole che, secondo Bach, trasferisce le vibrazioni dei fiori all'acqua, che funge da elemento mediatore e che in questo modo ne risulta energeticamente caricata.
Nel 1931 completò la prima serie di 12 rimedi; in seguito affiancò ai suoi 12 guaritori altri fiori, i 7 aiutanti, ed elaborò il primo composto d'emergenza, il Rescue Remedy.


Bach, che fino a quel momento aveva trovato i rimedi assaggiando un petalo e seguendo l'ispirazione per capire cosa l'essenza potesse aiutare a risolvere, sarà guidato ora dalla sofferenza, cioè nei giorni precedenti la scoperta di ogni rimedio, egli stesso si trovava nello stato d'animo per il quale era utile quel particolare rimedio.


L'ultimo gruppo di rimedi venne trovato in soli sei mesi da Bach che usò il metodo della bollitura sia perché i fiori usati fioriscono quando il sole è troppo debole sia perché alcuni di essi sono duri o hanno gambi legnosi. Secondo Bach, i 19 assistenti (tra i quali sono presenti 11 alberi) agiscono su un piano diverso rispetto agli altri rimedi, in quanto ci aiutano a sviluppare la capacità di superare ogni tipo di timore, difficoltà e preoccupazione. Nel 1936 scrisse "I 12 guaritori ed altri rimedi", ove tutte le essenze vengono descritte in maniera molto semplice e facilmente comprensibile. Bach morì nel 1936.

PERCHÉ E COME AGISCONO I FIORI DI BACH?

Secondo Bach l'Anima, scintilla divina, ci guida nel nostro passaggio sulla terra cioè nella nostra "vita" che egli considera un'occasione di miglioramento e di correzione di errori fatti magari in una vita precedente.


L'errore più grave che possiamo fare consiste nel non rispettare le direttive dell'Anima, cioè essere divisi dal nostro Se' superiore, o nell'agire contro l'Unità tra Creatore e creato; da ciò trae origine la sofferenza e la malattia. Poiché la malattia ha cause non materiali ed è la risultante del conflitto fra Anima e Mente, potrà essere estirpata solo con un lavoro di tipo spirituale e mentale, mentre un trattamento materialistico produrrà solo un miglioramento apparente, non potendo incidere sulla vera causa del male.


La malattia, però, è anche benefica, in quanto ci offre l'opportunità di capire ciò che non siamo stati capaci di cogliere in altre maniere e non viene meno fino a quando non avremo imparato la lezione.


Secondo Bach la vera malattia risiede in difetti quali l'orgoglio, la crudeltà, l'odio, l'egoismo, l'ignoranza, l'instabilità e l'avidità che potremo vincere non battendoci contro di essi, ma superandoli con l'aiuto delle virtù opposte alle cattive inclinazioni.


Ma come possono i fiori aiutarci nella terapia?


I fiori ci consentono di sviluppare le virtu' la cui carenza ci ha indotto all'errore ossia, secondo Bach, le piante da lui scelte favoriscono l'instaurarsi di una più completa unità tra anima e corpo e permettono una migliore comunicazione fra il corpo e l'Io superiore, le cui vibrazioni positive inondano la nostra personalità aiutandoci ad eliminare i difetti del nostro carattere. 


La vibrazione dell'essenza floreale ci aiuta a rendere più armonica la frequenza vibratoria alterata del nostro campo energetico, agendo grazie alla informazione energetica che porta con sè. I fiori di Bach non possono essere considerati come una forma alternativa di medicina naturale in quanto i rimedi floreali, pur provenendo dai fiori, non agiscono in base alle componenti fisiche delle rispettive piante di origine ,ma ripristinando, ciascuno in maniera specifica, le vibrazioni energetiche proprie dello stato di salute.

In questo campo, come nell'omeopatia, sono fondamentali i concetti di energia e di vibrazione, poichè non è più la materia ad agire, ma qualcosa di difficilmente misurabile. I sostenitori delle teorie di Bach, per chiarire le loro posizioni, si rifanno, contro il meccanicismo newtoniano, alla fisica quantistica e alle teorie di Einstein (E=mc2).

SUDDIVISIONE DEI FIORI SECONDO BACH
 
Bach suddivise i suoi fiori in 12 guaritori (i primi ad essere stati scoperti), 7 aiuti e 19 assistenti:
I 12 GUARITORI:
Agrimony Centaury Cerato Chicory Clematis Gentian Impatiens Mimulus Rock Rose Scleranthus Vervain Water Violet
I 7 AIUTI:
Heather Oak Olive Rock Water Gorse Vine Wild Oat


I 19 ASSISTENTI:
Aspen Beech Cherry Plum Chestnut Bud Crab Apple Elm Holly Honeysuckle Hornbeam Larch Mustard Pine Red Chestnut Star of Bethlehem Sweet Chestnut Walnut Wild Rose White Chestnut Willow
 
Ma egli propose anche una diversa classificazione, individuando 7 gruppi di fiori per curare 7 stati disarmonici:

INCERTEZZA

CERATO: Sfiducia nel proprio giudizio; insicurezza
GENTIAN: Depressione per cause note; scoraggiamento; scetticismo
GORSE: Disperazione cronica, ma attiva
HORNBEAM: Stanchezza mentale che si ripercuote sul fisico
SCLERANTHUS: Indecisione tra due cose; instabilità
WILD OAT: Incertezza su cosa fare nella vita; insoddisfazione
PAURA

ASPEN: Paure vaghe di cose ignote; angoscia; panico
CHERRY PLUM: Paura di perdere il controllo
MIMULUS: Paura per cose conosciute; paura del mondo; timidezza
RED CHESTNUT: Paura eccessiva per le persone care; apprensione esagerata
ROCK ROSE: Terrore; panico causato da una situazione precisa
SOLITUDINE

HEATHER: Egocentrismo; narcisismo; bisogno degli altri
IMPATIENS: Impazienza; tensione; difficoltà di relazione
WATER VIOLET: Senso di superiorità; orgoglio; solitudine cercata
SCARSO INTERESSE PER IL PRESENTE

CLEMATIS: Distrazione; fuga nelle fantasie; svagatezza
CHESTNUT BUD: Ripetizione dei medesimi errori; superficialità
HONEYSUCKLE: Ancoraggio nel passato; difficoltà nel vivere i cambiamenti
MUSTARD: Depressioni per cause sconosciute; tristezza profonda senza motivo
OLIVE: Esaurimento fisico e mentale
WHITE CHESTNUT: Pensieri circolari ed ossessivi
WILD ROSE: Rassegnazione totale; apatia; stanchezza della vita
IPERSENSIBILITÀ VERSO GLI ALTRI
AGRIMONY: Conflitto interno; paura della solitudine; intolleranza ai conflitti
CENTAURY: Senso esagerato di sacrificio; sottomissione
HOLLY: Gelosia; invidia; senso di vendetta
WALNUT: Difficoltà a staccarsi; ipersensibiltà alle influenze esterne
CURA ECCESSIVA DEGLI ALTRI

BEECH: Esagerato senso critico; intransigenza
CHICORY: Manipolazione; possessività; invadenza; oppressività
ROCK WATER: Autodisciplina ferrea; intransigenza verso sè; rigidità
VERVAIN: Entusiasmo portato all'eccesso; fanatismo
VINE: Sete di potere e dominio
SCORAGGIAMENTO E DISPERAZIONE

CRAB APPLE: Senso di "sporco"; vergogna della propria istintualità
ELM: Sensazione di non essere all'altezza del compito; stanchezza
LARCH: Sfiducia nelle proprie capacità; senso di inferiorità
OAK: Senso del dovere eccessivo, instancabile, senza lamentele
PINE: Senso di colpa; sottovalutazione di sè; autocritica
STAR OF BETHLEHEM: Traumi psichici e fisici; blocchi psicologici
SWEET CHESTNUT: Disperazione totale; angoscia; abbattimento
WILLOW: Risentimento; autocommiserazione; amarezza

PREPARARAZIONE DELLE ESSENZE


Il metodo del sole


Bach inizialmente per produrre le sue essenze utilizzò questo metodo secondo il quale ci si deve recare ove il fiore cresce spontaneamente, scegliendo una giornata serena, senza nuvole e senza vento.


Dopo aver riempito un contenitore di vetro con mezzo litro di acqua di sorgente, lo si pone vicino alla pianta dalla quale i cui fiori vengono raccolti molto delicatamente.
I fiori vengono posati sul pelo dell'acqua lasciandoli esposti al sole per tre o quatto ore e togliendoli poi con un rametto della stessa pianta.
All'acqua viene poi aggiunta una pari quantità di brandy e si ottiene così quella che viene definita "tintura madre".
Si aggiungono a questa soluzione altri 240 litri di brandy per poi procedere all'imbottigliamento nelle "stock bottles", bottigliette nel formato da 10 o da 30 ml. 


Il loro contenuto viene solitamente diluito prima di essere usato.

Il metodo del fuoco

Secondo questo metodo, usato quando i fiori fioriscono troppo presto in primavera e la forza del sole è troppo debole per liberare energia, i fiori, insieme a qualche foglia e allo stelo, vengono bolliti per mezz'ora in un contenitore smaltato.
Si procede poi alla filtrazione e alle stesse diluizioni previste dal metodo del sole.

Il RIMEDIO D'EMERGENZA

Il Rescue Remedy o Rimedio d'emergenza è una combinazione di fiori già pronta per l'uso, che può essere utilizzata come prima misura di soccorso sia per le difficoltà interiori (terrore improvviso, notizie cattive, ecc.), sia per le ferite fisiche, le bruciature, gli incidenti.
Il Rescue Remedy è indicato quando una situazione minaccia la persona o la sua stessa vita.


La combinazione è composta dai seguenti fiori:

Star of Bethlehem: per lo stato di shock,
Rock Rose: contro la paura improvvisa e il panico,
Impatiens: contro la tensione interiore e lo stress,
Cherry Plum: contro la paura di impazzire dalla disperazione,
Clematis: contro la sensazione di non essere completamente presente.

IL NOSTRO CONSIGLIO

La preparazione personale può essere realizzata dal farmacista oppure realizzata in casa, dopo aver acquistato le stock bottles.
Se il brandy non è gradito e nel caso di bambini può essere sostituito dall'aceto di mele.

Per uso locale vengono utilizzate le creme, ottenute aggiungendo 2 gocce di essenza ogni 10 ml di crema base e mescolando con una bacchetta di vetro o con uno stuzzicadenti.

Il numero dei fiori da utilizzare è estremamente variabile per cui può rivelarsi sconsigliabile l'autosomministrazione senza una conoscenza approfondita della materia.

IL MASSAGGIO CON I FIORI DI BACH

Il massaggio con i fiori di Bach è un nuovo modo per usare le essenze floreali, è un trattamento della pelle per prevenire disturbi e malattie oltre che per curare uno stato d'animo negativo come ansietà, irratibilità, stress e depressione.
Con i fiori di Bach si possono stimolare il sistema immunitario e quello nervoso, con effetto rivitalizzante e ricostituente.


Come si è già detto, l'esecuzione del massaggio con pomate a base di fiori di Bach è efficace anche nella fase iniziale dei malesseri emozionali profondi, che potrebbero trasformarsi col tempo in malattie psicosomatiche. Si possono così contrastare stati di grave esaurimento, ansia e depressione.


Possono essere trattati anche disturbi fisici quali dolori muscolari e dolori alla colonna vertebrale, cefalee da stress, scottature, ferite e abrasioni lievi, riniti lievi, stanchezza cronica e crampi muscolari, conseguenze cutanee di emozioni violente e improvvise.
Per l'esecuzione del massaggio si usano creme a base di fiori di Bach con essenze floreali specifiche per ciascun problema. Le zone interessate, che variano in relazione al sentimento negativo da armonizzare, vanno stimolate una per volta.


La stimolazione cutanea deve essere praticata per dieci minuti circa, in un ambiente silenzioso. Il massaggio è da evitare in caso di ustioni, di ferite aperte e malattie della pelle.



Associazione Volontari "Farma e Benessere"